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PARTE QUARTA | 153 |
CXXI.
Ma prima disse acceso d’alto sdegno:
O crudel Giove, e tu fortuna ria,
A quel che voi volete ecco ch’io vegno;
Tolta m’avete Griseïda mia,
La qual credetti che con altro ingegno
Tor mi doveste; e dove ella si sia
Ora non so, ma il corpo suo qui morto
Veggio da voi a grandissimo torto.
CXXII.
Ed io lascerò il mondo, e seguiraggio
Con lo spirito lei poichè ’l vi piace;
Forse di là miglior fortuna araggio
Con lei, avendo de’ miei sospir pace,
Se di là s’ama, sì come udito aggio
Alcuna volta dir che vi si face;
Poichè vedermi in vita non volete,
L’anima mia almen con lei ponete.
CXXIII.
E tu città, la qual’io lascio in guerra,
E tu Priamo, e voi cari fratelli,
Fate con Dio, ch’io me ne vo sotterra,
Di Griseida dietro agli occhi belli;
E tu, per cui tanto il dolor mi serra,
E che dal corpo l’anima divelli,
Ricevimi, Griseida volea dire,
Già colla spada al petto per morire;