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PARTE QUARTA | 156 |
CXXX.
Tu vedi che mio padre mi richiede,
Al qual di girne non ubbidirei
Se ’l re non mi strignesse, la cui fede
Convien s’osservi, come saper dei;
Per che andar mi conviene con Diomede,
Ch’è stato trattator de’ patti rei,
Qualora tornerà: volesse Iddio
Ch’el non tornasse mai nel tempo rio.
CXXXI.
Tu sai che qui è ogni mio parente
Fuor che mio padre, e ciascuna mia cosa
Ancora ci rimane; e s’alla mente
Mi torna ben, di questa perigliosa
Guerra si tratta continuamente
Pace tra voi e’ Greci, e se la sposa
Si rende a Menelao, credo l’avrete,
Ed io so già che voi presso vi siete.
CXXXII.
Qui mi ritornerò se voi la fate,
Perocchè altrove non ho dove gire;
E se per avventura la lasciate,
Nel tempo delle tregue di venire
Ci avrò cagione, e così fatte andate
Sai che non s’usa alle donne disdire;
E i miei parenti mi ci vederanno
Di buona voglia, e mi c’inviteranno.