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Pagina:Boccaccio - Il Filostrato di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto su i testi a penna, 1831.djvu/182

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170 IL FILOSTRATO


I.


Quel giorno istesso vi fu Diomede
     Per volere a’ Troian dare Antenore,
     Perchè Priamo Griseïda li diede,
     Di sospiri, di pianti e di dolore
     Sì piena, che n’incresce a chi la vede;
     Dall’altra parte v’era il suo amadore
     In sì fatta tristizia, che alcuno
     Un simil non ne vide mai nessuno.

II.


Vero è che con gran forza nascondea
     Mirabilmente dentro al tristo petto
     La gran battaglia la qual’egli avea
     Con sospiri e con pianto; e nell’aspetto
     Niente o poco ancor gli si parea,
     Come ch’egli attendesse esser soletto,
     E quivi piangere e rammaricarsi,
     Ed a grand’agio seco disfogarsi.

III.


Oh quante cose nell’altera mente
     Gli vennero, Griseida vedendo
     Rendere al padre! questi primamente
     D’ira e di cruccio tututto fremendo,
     Seco rodeasi, e dicea pianamente:
     O misero dolente, e che più attendo?
     Non è el meglio una volta morire,
     Che sempre in pianto vivere e languire?