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Pagina:Boccaccio - Il Filostrato di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto su i testi a penna, 1831.djvu/191

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PARTE QUINTA 179


XXVIII.


A cotal punto, qual odi, venuto
     Misero sono, e duolmi di me stesso,
     E del partir, più che giammai creduto
     Io non avrei; oimè che io confesso
     Che io deggia sperare ancora aiuto,
     E che la bella donna ancor con esso
     Verrà tornando, ma il core, che l’ama,
     Non mel consente, ed ognora la chiama.

XXIX.


Poscia ch’egli ebbe in tal guisa gran pezza
     Parlato e detto, Pandaro, doglioso
     Di così grave e noiosa gramezza,
     Disse: deh dimmi Troilo, se riposo
     E fine dee aver questa tristezza,
     Non credi tu che il colpo amoroso
     Da altri mai che da te sia sentito,
     O di partenza sia stato al partito?

XXX.


Ben son degli altri così innamorati
     Come tu se’, per Pallade tel giuro;
     E sonne ancor di quei che sventurati
     Son più di te, men pare esser sicuro;
     E non si son però del tutto dati,
     Come tu se’, a viver tanto duro,
     Ma la lor doglia, quando troppo avanza,
     S’ingegnan d’alleggiar con isperanza.