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8 | PROEMIO |
da lui sommamente amata fu al suo padre Calcas renduta, è stata la mia similissima dopo la vostra partita. Per che dalla persona di lui e da’ suoi accidenti ottimamente presi forma alla mia intenzione, e susseguentemente in leggiere rima, e nel mio fiorentino idioma, con stile assai pietoso i suoi e miei dolori parimente composi, li quali una e altra volta cantando, assai utili gli ho trovati, secondo che fu nel principio l’avviso. È vero, che dinanzi alle sue più amare doglie, in simile stilo parte della sua felice vita si trova, la quale posi, non perch’io desideri che alcuno creda che io di simil felicità gloriare mi possa, perocchè non mi fu mai tanto favorevole la fortuna, nè sforzandomi di sperarlo nol può in alcun modo concedere la credenza che ciò avvenga, ma per questo le scrissi, perchè la felicità veduta da alcuno, molto meglio si comprende quanta e qual sia la miseria sopravvenuta. La qual felicità nondimeno, in tanto è alli miei fatti conforme, in quanto io non meno di piacere dagli occhi vostri traeva, che Troilo prendesse dall’amoroso frutto che di Griseida gli concedea la fortuna.
Adunque, valorosa donna, queste cotali rime in forma d’un piccolo libro, in testimonianza perpetua a coloro che nel futuro il vedranno, e del vostro valore, del quale in persona altrui esse sono in più parti ornate, e della mia tristizia, ridussi; e ridotte, pensai non essere onesta cosa, quelle ad alcuna altra persona prima pervenire alle mani che alle vostre, che d’esse siete stata vera e sola cagione. Per la qual cosa, come che picciolissimo dono sia da mandare a