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Pagina:Boccaccio - Il Filostrato di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto su i testi a penna, 1831.djvu/209

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PARTE SESTA 197


VIII.


Ma di sì alto e grande intendimento
     Tosto la volse novello amadore:
     Aoperava Diomede ogni argomento
     Che el potea per entrarle nel core;
     Nè gli fallì al suo tempo l’attento,
     E ’n breve spazio ne cacciò di fuore
     Troilo e Troia, ed ogni altro pensiero
     Che ’n lei fosse di lui o falso o vero.

IX.


Ella non v’era il quarto giorno stata
     Dopo l’amara dipartenza, quando
     Cagione onesta a lei venir trovata
     Da Diomede fu, che sospirando
     La trovò sola, e quasi trasformata
     Dal dì che prima con lei cavalcando
     Di Troia quivi menata l’avea,
     Il che gran maraviglia gli parea.

X.


E seco disse nella prima vista:
     Vana fatica credo sia la mia;
     Questa donna è per altrui amor trista,
     Siccom’io veggio, sospirosa e pia;
     Troppo esser converria sovrano artista
     S’io ne volessi il primo cacciar via
     Per entrarv’io: oimè che male andai
     Per me a Troia quando la menai.