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198 | IL FILOSTRATO |
XI.
Ma come quei ch’era di grande ardire,
E di gran cuor, con seco stesso prese,
S’el ne dovesse per certo morire,
Poi quivi era venuto, l’aspre offese
Ch’amore gli facea per lei sentire
Di dimostrarle, sì come s’accese
Prima di lei; e postosi a sedere,
Di lungi assai si fece al suo volere.
XII.
E prima seco entrò a ragionare
Dell’aspra guerra tra loro e’ Troiani,
Lei domandando quel che le ne pare,
S’e’ lor pensier credea frivoli o vani:
Quinci discese poi a domandare
Se le parien de’ Greci i modi strani;
Nè molto poi si tenne a domandarla,
Perchè stesse Calcas di maritarla.
XIII.
Griseida, che ancor l’animo avea
In Troia fitto al suo dolce amadore,
Dell’astuzia di lui non s’accorgea,
Ma sì come piaceva al suo signore
Amore, a Diomede rispondea,
E spesse volte gli passava il cuore
Con grieve doglia, e talor li donava
Lieta speranza di quel che cercava.