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202 | IL FILOSTRATO |
XXIII.
E questo detto diventò vermiglio
Come fuoco nel viso, e la favella
Tremante alquanto; in terra bassò il ciglio,
Alquanto gli occhi torcendo da ella.
Ma poi tornò da subito consiglio
Più pronto che non era, e con isnella
Loquela seguitò: non vi sia noia,
Io son così gentil come uom di Troia.
XXIV.
Se ’l padre mio Tideo fosse vissuto,
Com’el fu morto a Tebe combattendo,
Di Calidonia e d’Argo saria suto
Re, siccom’io ancora essere intendo;
Nè era stran nell’un regno venuto,
Ma conosciuto, antico e reverendo,
E, se creder si può, di Dio disceso,
Sì ch’io non son tra’ Greci di men peso.
XXV.
Pregovi dunque, se ’l mio prego vale,
Che via cacciate ogni malinconia,
E me, se io vi paio tanto e tale
Qual si conviene a vostra signoria,
In servidor prendiate; io sarò quale
L’onestà vostra e l’alta leggiadria,
Ch’io veggio in voi più che ’n altra, richiede,
Sì che ancor caro avrete Diomede.