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PARTE SETTIMA | 225 |
LV.
Ma perciocchè a me convien piacere
Quanto a te piace, rammarcar non m’oso,
Ma quanto umile posso, il mio parere
Ti scrivo, più che mai d’amor focoso:
E similmente il mio caldo volere,
E la mia vita ancor, volonteroso
Di saper qual la tua vita sia stata
Poichè tra’ Greci fosti permutata.
LVI.
Parmi, se ’l tuo consiglio ho bene a mente,
Che potuto abbiano in te le paterne
Lusinghe, o nuovo amor t’è nella mente
Entrato, o quel che rado ci si scerne
Vecchio divenir largo, che ’l tegnente
Calcas cortese sia, dove l’interne
Tue intenzion mi mostraro il contrario
Nell’ultimo tuo pianto e mio amaro.
LVII.
Poi sì lontano oltre al nostro proposto
Se’ dimorata, che tornar dovevi
Secondo le promesse così tosto;
Se ’l primo o ’l terzo fosse, mel dovevi
Significar, poi sai che io m’accosto
Ed accostava a ciò che tu volevi;
Che pazïente l’avrei comportato,
Quantunque grave assai mi fosse stato.
il filostrato | 15 |