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224 | IL FILOSTRATO |
LII.
Giovane donna, a cui amor mi diede
E tuo mi tiene, e mentre sarò in vita
Mi terrà sempre con intera fede,
Perciocchè tu nella tua dipartita
In miseria maggior ch’alcun non crede
Qui mi lasciasti l’anima smarrita,
Si raccomanda alla tua gran virtute,
E mandarti non può altra salute.
LIII.
El non dovrà, come che divenuta
Sia quasi Greca, la lettera mia
Da te ancor non esser ricevuta;
Perciocchè ’n poco tempo non s’oblia
Sì lungo amor, qual tiene ed ha tenuta
Nostra amistà congiunta, la qual sia
Eterna prego, e però prenderaila
E ’nfino alla sua fine leggeraila.
LIV.
Se ’l servidore in caso alcun potesse
Del suo signor dolersi, forse ch’io
Avrei ragion se di te mi dolesse;
Considerando al tuo affetto pio,
La fede data, e le molte promesse,
Ed il giurato a ciascheduno iddio
Che torneresti infra ’l decimo giorno,
Nè fra quaranta ancor fatt’hai ritorno;