Pagina:Boccaccio - Il Filostrato di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto su i testi a penna, 1831.djvu/235

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PARTE SETTIMA 223


XLIX.


A cui Pandaro disse: al mio parere,
     Con iscrittura è da tentar costei;
     Perocchè s’ella non t’avrà in calere,
     Non credo che risposta abbiam da lei,
     E se l’avrem, potrem chiaro vedere
     Per le scritte parole, se tu dei
     Sperare ancor nella sua ritornata,
     O s’ella s’è d’altro uomo innamorata.

L.


Poi si partì, giammai non le scrivesti,
     Nè ella a te, e del suo star cagione
     Potrebbe tale aver, che tu diresti
     Che ella avesse ben di star ragione;
     E potrebbe esser tal, che riprendresti
     Più tiepidezza ch’altra offensïone:
     Scrivile adunque, che se ben lo fai
     Chiaro vedrai ciò che cercando vai.

LI.


Già incresceva a Troilo di sè stesso,
     Perchè ’l credette volentieri: e tratto
     Da parte, comandò ch’a lui adesso
     Da scriver fosse dato, ed il fu fatto;
     Ond’egli alquanto pensato sopra esso
     Che scrivere dovea, non come matto
     Incominciò, e senza indugio scrisse
     Alla sua donna, e in cotal guisa disse: