Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
12 | IL FILOSTRATO |
II.
Tu donna se’ la luce chiara e bella,
Per cui nel tenebroso mondo accorto
Vivo; tu se’ la tramontana stella
La qual’io seguo per venire al porto;
Ancora di salute tu se’ quella
Che se’ tutto il mio bene e ’l mio conforto;
Tu mi se’ Giove, tu mi sei Apollo,
Tu se’ mia musa, io l’ho provato e sollo.
III.
Per che volendo per la tua partita,
Più greve a me che morte e più noiosa,
Scriver qual fosse la dolente vita
Di Troilo, da poi che l’amorosa
Griseida da Troia sen fu gita,
E come pria gli fosse grazïosa;
A te convienmi per grazia venire,
S’io vo’ poter la mia ’mpresa fornire.
IV.
Adunque, o bella donna, alla qual fui
E sarò sempre fedele e soggetto,
O vaga luce de’ begli occhi in cui
Amore ha posto tutto il mio diletto;
O isperauza sola di colui,
Che t’ama più che sè d’amor perfetto,
Guida la nostra man, reggi l’ingegno,
Nell’opera la quale a scriver vegno.