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PARTE OTTAVA | 247 |
XI.
Quindi partito Troilo, chiamare
Pandar si fe’, il quale a lui venuto,
Si cominciò con pianto a rammarcare
Del lungo amore il quale aveva avuto
A Griseida sua, e a dimostrare
Aperto il tradimento ricevuto
Gli cominciò, dolendosene forte,
Sol per ristoro chiedendo la morte.
XII.
E cominciò così piangendo a dire:
O Griseida mia, dov’è la fede,
Dove l’amore, dove ora ’l desire,
Dove la tanto gradita mercede
Data da te a me nel tuo partire?
Ogni cosa possiede Diomede,
Ed io, che più t’amai, per lo tuo inganno
Rimaso sono in pianto ed in affanno.
XIII.
Chi crederà omai a nessun giuro,
Chi ad amor, chi a femmina omai,
Ben riguardando il tuo falso spergiuro?
Oimè che io non so, nè pensai mai
Che tanto avessi il cuor rigido e duro,
Che per altro uom io t’uscissi giammai
Dell’animo, che più che me t’amava,
Ed ingannato sempre t’aspettava.