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246 IL FILOSTRATO


VIII.


Stavasi Troilo non senza tormento
     Del suo amore timido e sospeso;
     Quand’egli udì, dopo un combattimento
     Tra li Troiani e’ Greci assai disteso
     Fatto, con uno ornato vestimento,
     A Diomede gravemente offeso
     Tratto, tornar Deifebo pomposo
     Di cotal preda, e seco assai gioioso.

IX.


E mentre che portarlosi davanti
     Facea per Troia, Troilo sopravvenne,
     E molto il commendò fra tutti quanti,
     E per vederlo meglio alquanto il tenne:
     E mentre e’ rimirava, gli occhi erranti
     Or qua or la d’intorno a tutto, avvenne
     Che esso vide nel petto un fermaglio
     D’oro, lì posto forse per fibbiaglio:

X.


Il quale esso conobbe incontanente,
     Siccome quei che l’aveva donato
     A Griseida, allora che dolente
     Partendosi da lei prese comiato
     Quella mattina, che ultimamente
     Era la notte con lei dimorato;
     Laonde disse: or veggio pur ch’è vero
     Il sogno, il mio sospetto, ed il pensiero.