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Pagina:Boccaccio - Il Filostrato di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto su i testi a penna, 1831.djvu/257

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PARTE OTTAVA 245


V.


Nè altro aveva da lei che parole
     Belle, e promesse grandi senza effetto:
     Onde a presumer cominciò che fole
     Erano tutte, ed a prender sospetto
     Di ciò che era ver, siccome suole
     Spesso avvenire a chi senza difetto
     Riguarda in fra le cose c’ha per mano,
     Perchè non fu il suo sospetto vano.

VI.


E ben conobbe che novello amore
     Era cagion di tante e tai bugie;
     Seco affermando che giammai nel core
     Nè paterne lusinghe mai nè pie
     Carezze avuto avrien tanto valore;
     Nè gli era luogo a veder per quai vie
     Più s’accertasse di ciò che mostrato
     Già gli aveva il suo sogno sventurato.

VII.


Al quale amor raccorciata la fede
     Aveva molto, siccom’egli avviene,
     Che colui ch’ama mal volentier crede
     Cosa che cresca amando le sue pene;
     Ma che pur fosse ver di Diomede,
     Come pria sospettò, fè ne gli fene
     Non molto poi un caso, che gli tolse
     Ciascuna scusa, ed a crederlo il volse.