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250 | IL FILOSTRATO |
XX.
E questo è l’un de’ modi, che dormendo
Talor si mostra, io me ne sono accorto
Molte fïate già mente tenendo;
Or vorre’ io allora essermi morto,
Dappoi che per innanzi non attendo
Sollazzo, gioia, piacer nè diporto;
Ma per lo tuo consiglio vo’ indugiarmi,
A morir co’ nemici miei coll’armi.
XXI.
Mandimi Iddio Diomede davanti
La prima volta ch’esco alla battaglia!
Questo disio tra li miei guai cotanti,
Sì ch’io provar gli faccia come taglia
La spada mia, e lui morir con pianti
Nel campo faccia, e poi non me ne caglia
Che mi s’uccida, sol ch’e’ muoia, e lui
Misero trovi nelli regni bui.
XXII.
Pandaro con dolor tutto ascoltava,
E ’l ver sentendo, non sapea che dirsi:
E da una parte a star quivi il tirava
Dell’amico l’amor, d’altra a partirsi
Vergogna spesse volte lo invitava
Pel fallo di Griseida, e spedirsi
Qual far dovesse seco non sapea,
E l’uno e l’altro forte gli dolea.