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PARTE OTTAVA | 251 |
XXIII.
Alla fine così disse piangendo:
Troilo: non so che mi ti debba dire:
Lei quanto posso tanto più riprendo
Siccome di’, e del suo gran fallire
Nïuna scusa avanti far n’intendo,
Nè mai dov’ella sia più voler gire;
Ciò ch’io fe’ già il feci per tuo amore,
Lasciando addietro ciascuno mio onore.
XXIV.
E s’io ti piacqui, assai m’è grazïoso:
Di quel ch’or fassi altro non posso fare,
E come tu così ne son cruccioso;
E s’io vedessi il modo d’ammendare,
Abbi per certo io ne sarei studioso:
Faccialo Iddio, che può tutto voltare,
Pregolo quanto posso ch’el punisca
Lei, sì che più ’n tal guisa non fallisca.
XXV.
Grandi furo i lamenti e ’l rammarchio,
Ma pur fortuna suo corso facea;
Colei amava con tutto il disio
Diomede, e Troilo piangea;
Diomede si lodava d’Iddio,
E Troilo per contrario si dolea;
Nelle battaglie Troilo sempre entrava,
E più che altri Diomede cercava.