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18 IL FILOSTRATO


XX.


Troilo giva come soglion fare
     I giovinetti, or qua or là veggendo
     Per lo gran tempio, e co’ compagni a stare;
     Or qui or quivi si giva ponendo,
     Ed ora questa ed or quella a lodare
     Incominciava, e tali riprendendo,
     Siccome quegli a cui non ne piacea
     Una più ch’altra, e sciolto si godea.

XXI.


Anzi talora in tal maniera andando,
     Veggendo alcun che fiso rimirava
     Alcuna donna seco sospirando,
     A’ suoi compagni ridendo il mostrava,
     Dicendo: quel dolente ha dato bando
     Alla sua libertà, sì gli gravava,
     Ed a colei l’ha messa tra le mani,
     Vedete ben s’e’ suo pensier son vani.

XXII.


Che è a porre in donna alcuno amore?
     Che come al vento si volge la foglia,
     Così in un dì ben mille volte il core
     Di lor si volge, nè curan di doglia
     Che per lor senta alcun loro amadore,
     Nè sa alcuna quel ch’ella si voglia.
     O felice colui che del piacere
     Lor non è preso, e sassene astenere!