Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
PARTE SECONDA | 33 |
V.
Io vo’ con teco partir queste pene,
Se dar non posso a tua noia conforto,
Perciocchè coll’amico si convene
Ogni cosa partir, noia e diporto;
Ed io mi credo che tu sappia bene
Se io t’ho amato a diritto ed a torto,
E s’io farei per te ogni gran fatto,
E fosse che volesse ed in qual atto.
VI.
Troilo trasse allora un gran sospiro,
E disse: Pandar, poscia che ti piace
Pur di voler sentire il mio martiro,
Dirotti brevemente che mi sface;
Non perch’io speri che al mio disiro
Per te si possa porre fine o pace,
Ma sol per soddisfare al tuo gran priego,
Al qual non so come mi metta niego.
VII.
Amore, incontro al qual chi si difende
Più tosto è preso, ed adopera invano,
D’un piacer vago tanto il cor m’accende,
Ch’io n’ho per quel da me fatto lontano
Ciaschedun altro; e questo sì m’offende,
Come tu puoi veder, che la mia mano
Appena mille volte ho temperata,
Ch’ella non m’abbia la vita levata.
il filostrato | 3 |