Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
144 | COMENTO DEL BOCCACCI |
Fiorentina, la quale l’autore onestamente amò molto tempo; e per questo comprendere e dire, lei in fiorentino volgare aver parlato. E perciocchè questa è la primiera volta che di questa donna nel presente libro si fa menzione, non pare indegna cosa alquanto manifestare, di cui l’autore in alcune parti della presente opera intenda, nominando lei; conciosiacosachè non sempre di lei allegoricamente favelli. Fu adunque questa donna (secondo la relazione di fede degna di persona la quale la conobbe, e fu per consanguinità strettissima a lei) figliuola di un valente uomo chiamato Folco Portinari, antico cittadino di Firenze: e comechè 1’autore sempre la nomini Beatrice dal suo primitivo, ella fu chiamata Bice: ed egli acconciamente il testimonia nel Paradiso, laddove dice:
Ma quella reverenza, che s’indonna
Di tutto me, pur per B, e per ICE,
E fu di costumi e di onestà, laudevole, quanto donna esser debba, e possa: e di bellezza e di leggiadria assai ornata: e fu moglie d’un cavaliere de’ Bardi, chiamato messer Simone, e nel ventiquattresimo anno della sua età passò di questa vita, negli anni di Cristo MCCXC. Fu questa donna maravigliosamente amata dall’autore: nè cominciò questo amore nella loro provetta età, ma nella loro fanciullezza; perocchè essendo ella d’età d’otto anni, e l’autore di nove, siccome egli medesimo testimonia nel principio della sua Vita nuova, prima piacque agli occhi suoi: ed in questo amore, con maravigliosa onestà perseverò menare ella visse: e molte cose in rima, per amore ed