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SOPRA DANTE | 257 |
la quale esso sovente nomina Corinna; e di questo essendo nata in Ottaviano una sospezione, essere stata cagione dello esilio datogli. Ultimamente essendo già d’età di cinquantaotto anni, l’anno quarto di Tiberio Cesare, secondochè Eusebio in libro temporum scrive, nella predetta isola Tomitania finì i giorni suoi: e quivi fu seppellito. Sono nondimeno alcuni li quali mostran di credere, lui essere stato rivocato da Ottaviano a Roma: della qual tornata molti Romani facendo mirabile festa, e per questo a lui ritornante fattisi incontro, fu tanta la moltitudine, la quale senza alcuno ordine volendogli ciascun far motto e festa, che nel mezzo di sè inconsideratamente strignendolo, il costrinse a morire.
E l’ultimo è Lucano.
Il nome di costui, secondochè Eusebio in libro temporum scrive, fu M. Auneo Lucano. Dove nascesse, o in Corduba, donde i suoi furono, o in Roma, non è assai chiar . Fu figliuolo di Lucio Anneo Mela, e di Filla sua moglie, il quale Anneo Mela, fu fratel carnale di Seneca Morale, maestro di Nerone. Giovane uomo fu e di laudevole ingegno molto, siccome nel libro delle guerre cittadine tra Cesare e Pompeo da lui composto appare. Fu alquanto presuntuoso in estimare della sua sufficienza, oltre al convenevole; perciò che si legge, che avendo egli alcuna volta con li amici conferito, leggendo, del suo libro, dovette una volta dire: che dite? mancaci cosa alcuna a essere eguale al Culice? Culice fu un libretto metrico, il quale compose Virgilio, essendo ancora giovanetto: e posto che sia laudevole e bello, non è però da com-
com. di dante T. I. | 17 |