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96 COMENTO DEL BOCCACCI

i Fiorentini, senzachè fuor di questo egli era costumato uomo secondo la sua condizione, ed eloquente e affabile e di buon sentimento; per le quai cose era assai volentieri da qualunque gentiluomo ricevuto.

Per la dannosa colpa della gola,
Come tu vedi, alla pioggia mi fiacco:

cioè in questo tormento mi rompo: pioveva quivi, come di sopra è detto, grandine grossa, la quale agramente percotendogli tutti gli rompeva; e dice, che ciò gli avvenia per la dannosa colpa della gola, nelle quali parole manifesta qual vizio in questo terzo cerchio dell’inferno sia punito, che ancora per infino a qui apparito non era, chiamando il vizio della gola dannosa colpa: e questo non senza cagione, perciocchè è dannosissimo vizio, e siccome più distesamente si mostrerà appresso nella esposizione allegorica. Ed io anima trista, e veramente è trista l’anima di chi a sì fatta perdizion viene, non son sola; quasi voglia dire, non vorre’ che tu credessi che io solo fossi nel mondo stato ghiotto, perciò Che tutte queste, le quali tu vedi in questo luogo dintorno a me, a simil pena stanno, che fo io, Per simil colpa, cioè per lo vizio della gola: e, detto questo, più non fe’ parola. Io gli risposi, cioè gli dissi: Ciacco, il tuo affanno, il quale tu sostieni per la dannosa colpa della gola, Mi pesa sì, cioè tanto, ch’a lagrimar m’invita: e mostra qui l’autore d’aver compassione di lui, acciocchè egli si faccia benivolo a dovergli rispondere di ciò che intende di domandare: e nondimeno quantunque dica, a lacrimar m’invita, noDn dice perciò che lacrimasse;