Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo II, 1831.djvu/113

Da Wikisource.

SOPRA DANTE 109

in maggiore oscurità divegnamo: e quinci dice Ciacco, coloro de’ quali l’autore domanda, essere tra l’anime più nere, cioè più oscure, e soggiugue la cagione dicendo,

Diverse colpe già gli aggrava al fondo,

e dice diverse colpe, perciocchè per lo disonesto peccato della soddomia Tegghiaio Aldobrandi, e Jacopo Rusticucci, son puniti dentro alla città di Dite nel canto decimosesto di questo libro, Farinata per eresia, nel decimo canto, e ’l Mosca, perchè fu scismatico, nel canto ventottesimo: i quali peccati, perchè più gravi assai, come si dimostrerà, che non è la gola, gli aggrava, e fa andare più giuso verso il fondo dell’inferno: Se tanto scendi, quanto essi son giuso, gli potrai vedere.

Ma quando tu sarai nel dolce mondo,

possiam da queste parole comprendere quanta sia l’amaritudine delle pene infernali, quando questa anima chiama questo mondo dolce, nel quale non è cosa alcuna, altro che piena d’angoscia, di tristizia e di miseria:

Pregoti, ch’alla mente altrui mi rechi,

cioè mi torni: e qui ancora per queste parole possiam comprendere quanta sia la dolcezza della fama, la quale quantunque alcun bene non potesse adoperare in costui, nondimeno non l’ha potuta, per tormento che egli abbia, dimenticare, nè eziandio lasciare, che egli non addomandasse, che l’autore di lui, tornato di qua, ragionasse, e rivocasselo nella memoria alle genti: Più non ti dico, cioè d’altro non ti prego, e più non ti rispondo, alle cose delle