Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo II, 1831.djvu/16

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12 COMENTO DEL BOCCACCI

ceda il tempo, conciosiacosachè egli apparisca, Asterio aver regnato in Creti ne’ tempi che Danao regnò in Argo, che fu intorno agli anni del mondo 3803, e la guerra la quale ebbe Minos contro agli Ateniesi fu regnante Egeo in Atene, che fu intorno agli anni del mondo 3960. Ed è Minos perciò stato detto da’ poeti essere giudice in inferno, perciocchè noi mortali, avendo rispetto a’ corpi superiori, ci possiam dire essere in inferno: ed esso, come detto è, appo i mortali compose le leggi, e rendè ragione a’ domandanti, nelle quali cose esso esercitò uficio di giudice. Le vestigie de’ quali imitando l’autore, qui per giudice ed esaminatore delle colpe il pone appo quegli d’inferno dicendo che egli stava quivi orribilmente; e a dimostrare il suo orrore dice, e ringhia. Ringhiare suole essere atto dei cani, minaccianti alcuno che al suo albergo s’appressi. Esamina le colpe, dell’anime di coloro che laggiù caggiono. E qui comincia l’autore a descrivere l’uficio di questo Minos, in quanto dice che esamina: e così appare lui in questo luogo esser posto per giudice, perciocchè a’ giudici appartiene l’esaminare delle cose commesse: e seguita, nell’entrata: e qui discrive il luogo conveniente a quell’oficio, acciocchè alcuna non possa passare, senza esser sottentrata alla sua esaminazione. Giudica: seguita qui l’autore l’ordine giudiciario; perciocchè primieramente conviene che il discreto giudice esamini i meriti della quistione, e dopo la esaminazione giudica quello che la legge, talora l’equità ne vuole: e dopo il giudicio dato, quello mandi ad esecuzione che avrà giudicato: e però segue, e manda, ad esecuzione,