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168 COMENTO DEL BOCCACCI

de nemici, in por gli aguati, in prendere i vantaggi e simili cose, le quali senza alcun dubbio hanno ad affligger l’uomo, e a tenerlo almeno nel sembiante tristo.

Ed io, che di mirar mi stava inteso.

Qui comincia la seconda parte della seconda principale di questo canto, nella quale dimostra essere tormentati in questa palude bogliente gl’iracondi e gli accidiosi; dice adunque, Ed io, che di mirar, in questa palude, mi stava inteso, cioè sollecito,

Vidi genti fangose in quel pantano,

cioè in quella palude; e dice fangose, perciocchè le paludi sono generalmente tutte nelli lor fondi piene di loto e di fango, per l’acqua che sta oziosa, e non mena via quel cotal fango, come quelle fanno che corrono, e perciò chi in esse si mescola, di necessità è fangoso,

Ignude tutte, e con sembiante offeso,

per lo tormento sì del bollor dell’acqua, e sì ancora delle percosse che si davano. Questi, fangosi, si percotean, non pur con mano, battendo e offendendo l’un l’altro, e sè medesimi, Ma con la testa, cozzando luno contro all’altro, e col petto, un contro all’altro impetuosamente scontrandosi, e co’ piedi, dandosi de’calci, e Troncandosi co’ denti, le membra e la persona, a brano a brano, cioè a pezzo a pezzo. Lo buon maestro disse. Qui gli dichiara Virgilio chi costor sieno che così si troncano, e dice: Figlio, or vedi,

L’anime di color cui vinse l’ira:

mentre vissero in questa vita: