Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo II, 1831.djvu/221

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SOPRA DANTE 217

per nave, pervenissero alla porta della città dì Dite. E dividesi il presente canto in quattro parti; nella prima dimostra l’autore, come vedute certe fiamme sopra due torri, distanti l’una all’altra, un demonio chiamato Flegias venisse in una barchetta, e come in quella Virgilio ed esso discendessero: nella seconda descrive l’autore ciò che navicando per la palude udisse, d’uno spirito chiamato Filippo Argenti: nella terza mostra, come nel fosso della citta di Dite, e quindi alla porta di quella pervenissero: nella quarta pone la raccolta fatta loro da’ demoni, che sopra la porta o all’entrata della porta erano; e come avendo Virgilio parlato con loro, gli fosse da loro chiusa la porta nel petto, e turbato a luì se ne tornasse, e quel che dicesse: la seconda comincia quivi: Mentre noi correvam: la terza quivi: Quivi il lasciammo: la quarta quivi: Non senza prima far: dice adunque nella prima: Io dico seguitando, nelle quali parole si può alcuna ammirazion prendere, in quanto senza dirlo puote ogn’uomo comprendere, esso aver potuto seguire la materia incominciata; e sì ancora che per insino a qui non ha alcuna altra volta usato questo modo di continuarsi alle cose predette; e perciò, acciocchè questa ammirazion si tolga via, è da sapere, che Dante ebbe una sua sorella, la quale fu maritata ad un nostro cittadino chiamato Leon Poggi, il quale di lei ebbe più figliuoli, tra’ quali ne fu uno di più tempo che alcun degli altri, chiamato Andrea, il quale maravigliosamente nelle lineature del viso somigliò Dante, e ancora nella statura della persona, e così andava un