Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo II, 1831.djvu/236

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232 COMENTO DEL BOCCACCI

tempio i venditori e’ comperatori, dicendo: Domus mea, domus orationis etc. Questa spezie d’ira chiamano molti sdegno, e così mostra di volere qui intender l’autore, il quale non voglion cadere se non in animi gentili, cioè ordinati e ben disposti e savii; e tanto voglion che sia maggiore, quanto colui è più savio in cui egli cade; perciocchè quanto più è savio l’uomo, tanto più cognosce le qualità e’ motivi de’ difetti che si commettono, e per conseguente più si commuove: e però dice Salomone: ubi multum sapientiae, ibi multum indignationis. E vuole l’autore in questa particella mostrare questa virtù essere stata in lui, in quanto in parte alcuna non si mostra per lo suppllcio de’ dannati in questo cerchio esser commosso, come ne’ superiori è stato: ma avergli Virgilio, cioè la ragione, fatta festa abbracciandolo, e chiamandolo alma sdegnosa, e in benedicendo, in segno di congratulazione, la madre di lui: e questa festa, questa congratulazione non gli avrebbe mai fatta Virgilio, se non in dimostrazione che nobilissima cosa e virtuosa sia l’essere sdegnoso. È il vero, che come di molte altre cose avviene, questo adiettivo, cioè sdegnoso, spessissimamente in mala parte si pone: il che quantunque non vizii la verità del subietto, nondimeno è da discreti da’ distinguere e da riguardare, dove debitamente e non debitamente si pone; e dove non debitamente si pone, averlo per alcuna di quelle spezie d’ira, le quali di sopra son mostrate esser dannose. Dice adunque il testo così: Lo collo poi, che dal legno ebbe cacciata quella anima iracunda, con le braccia mi cinse, abbrac-