Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo II, 1831.djvu/24

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20 COMENTO DEL BOCCACCI

Eran dannati i peccator carnali,
Che la ragion sommettono al talento,

cioè alla volontà. E comechè questo si possa d’ogni peccatore intendere, perciocchè se alcun peccatore non è che non sottometta peccando la ragione alla volontà, vuol nondimen l’autore, che per quel vocabolo carnali, s’intenda singularmente per li lussuriosi. Seguita adunque: E come gli stornei. Qui intende l’autore, per una comparazione, discrivere in che maniera in questo luogo sieno i peccator carnali menati e percossi dalla sopraddetta infernal bufera, e dice, che come ne portan l’ali, volando, gli stornelli, Nel freddo tempo, cioè nel mezzo dell’autunno, nel qual tempo usano gli stornelli e molti altri uccelli, secondo lor natura, dì convenirsi insieme, e di passare delle region fredde nelle più calde per loro scampo: e in quelle ne vanno, a schiera larga e piena, cioè molti adunati insieme: Così quel fiato, cioè quella bufera, ne porta, gli spiriti mali, cioè dannati, li quali a grandi schiere per quel cerchio,

Di qua, di là, di giù, di su gli mena,

senza servare alcun modo o ordine, l’uno contro all’altro nello scontrarsi crudelmente percotendo: e oltre a questo così faticoso tormento dice,

Nulla speranza gli conforta mai,

questi cotali miseri e percossi: Non che di posa, cioè d’avere alcuna volta riposo; ma, ancora non gli conforta, di, dovere aver mai, minor pena, che quella la quale hanno percotendosi insieme. E come i gru: qui per un’altra comparazione ne discrive una brigata di quegli spiriti dannati aver ve-