Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo II, 1831.djvu/25

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SOPRA DANTE 21

duti venire verso quella parte, dove esso e Virgilio erano: e dice quegli esser da quel vento menati in quella forma che volano per aere i gru: van cantando lor lai, cioè lor versi: ed è questo vocabolo preso, cioè lai, dal parlar francesco, nel quale si chiamano certi versi in forma di lamentazione nel lor volgare composti: Facendo in aer di sè, medesimi volando, lunga riga; perciocchè stendono il collo, il quale essi hanno lungo, innanzi, e le gambe le quali similmente hanno lunghe, e così fanno di sè lunga riga: Così vid’io venir, spiriti li quali facevan lunga riga di sè, cioè di tutta le persona, traendo guai,

Ombre portate dalla detta briga,

cioè dalla detta bufera.

Perch’io dissi: Maestro, chi son quelle
Genti, che l’aura nera sì gastiga?

cioè tormenta, impetuosamente portandole. La prima di color. Qui comincia la quarta parte del presente Canto, nella qual dissi che l’autor nominava alquanti delli spiriti dannati a questa pena. Dice adunque, La prima di color che così son portati, di cui novelle Tu vuo’ saper, cioè la condizione e la cagione perchè a questo supplicio dannata sia, mi disse quegli allotta,

Fu imperadrice di molte favelle:

cioè fu donna di molte nazioni, nelle quali erano molti e diversi modi di parlare.

A vizio di lussuria fu sì rotta,

sì inchinevole, Che il libito, cioè il beneplacito, intorno a ciò che a quel vizio apparteneva, fè’ licito,