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290 COMENTO DEL BOCCACCI

e dalla inquietudine dell’animo si viene ne’ romori e nelle obiurgazioni1; e da’ romori si viene nella zuffa, e nelle morti, e nelle guerre e in ostinati odii. Oltre a questi principali nomi, son chiamate appo quegli d’inferno, cioè appo gli uomini di bassa e infima condizione, cani; perciocchè pervegnendo ad essi, o per ingiuria o per altra cagione che ricevano, o paia loro ricevere non giustamente, in perturbazione, similmente per desiderio di vendetta, sono da rabbiosi pensieri angosciati nell’animo; e non potendo ad altro atto di vendetta procedere, furiosamente gridando, abbaiano come fanno i cani, i quali contro a’ lor maggiori niuna altra cosa adoperan che l’abbaiare. Appo noi, i quali siamo in mezzo tra ’l cielo e 1’inferno, e perciò si deono per noi intendere gli uomini di mezzano stato, son chiamale furie, e Eumenide; e questo perciocchè esse con più focosa noia intendono il perturbato, in quanto essendo stimolato, perciocchè ricever gli pare ingiuria da chi non gli par che più di lui vaglia, e però parendogli equivalere, e non potere secondo l’appetito correndo pervenire alla vendetta, tutto in sè si rode; e ultimamente non potendo a tanta passione sussistere, vergognandosi d’abbaiare come i minori fanno, prorompe furioso alle esecuzioni del suo appetito, e le più delle volte con suo gravissimo danno: e quinci si può dire, le furie esser chiamate Eumenide, che tanto viene a dire quanto buone; perciocchè essendo così chiamate per contrario, mai in altro che in male non riescono a

  1. Obgurgazioni, ha il MS.