Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo II, 1831.djvu/37

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SOPRA DANTE 33

a Mitridate Pergameno, che in aiuto di Cesare veniva, andato era; Cesare le concedette il reame d’Egitto, menatone Arsinoe sirocchia di Cleopatra, acciocchè per lei non fosse suscitata nel regno alcuna novità. Essendo dunque Cleopatra reina, e in istato tranquillo, in tutte quelle lascivie si diede che dar si possa disonesta femmina: e desiderosa di ragunar tesori e gioie, quasi di tutti i re orientali disonestamente divenne amica. Nè le fu questo assai: ma tutti i templi d’Egitto, e le sagre case spogliò di vasellamenti, di statue e di tesori. Appresso questo, essendo già stato ucciso Cesare, e Bruto e Cassio vinti da Ottaviano e da Antonio; al detto Antonio vegnente in Siria si fece incontro in forma d’onorarlo: e lui, non altrimenti che Cesare aveva fatto, prese e inretì del suo amore, e lui indusse innanzi ad ogni altra cosa, acciocchè senza alcuna sospizione del regno rimanesse, a fare uccidere Arsinoe sua sirocchia, non ostante che essa per sua salute rifuggita fosse nel tempio di Diana Efesia. E avendo già invescato nella sua dilezione Antonio,1 ardì di chiedergli il reame di Siria e d’Arabia, li quali col suo terminavano. La qual domanda parendo troppo grande ad Antonio non gliele diede, ma per sodisfare alquanto, le diede di ciascuno alcuna particella. Poi avendo ella accompagnato Antonio, il quale andava in Pania, infino al fiume di Eufrate, e tornandosene, ne venne per Siria, dove magnificamente fu ricevuta da Erode re, poco davanti per opera d’Antonio stato coronato di

com. di dante T. II 3
  1. Ardì manca nel MS.