Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo II, 1831.djvu/39

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SOPRA DANTE 35

usati di seppellirsi i re, e quivi sè medesimo uccise. Ed essendo poi presa Alessandria, estimando Cleopatra con quelle medesime arti poter pigliare Ottaviano, che primieramente Cesare e Antonio presi avea; e trovandosi del suo pensiero ingannata, udendo che servata era da Ottaviano al triunfo, turbata e con difficultà d’animo sofferendo di dover divenire spettacolo de’ Romani, vestendosi i reali ornamenti là se n’entrò dove il suo Antonio giaceva morto, e postasi a giacere allato a lui, e fattesi aprire le vene delle braccia, a quelle si pose una spezie di serpenti, chiamati inali, il veleno de’ quali ha ad inducer sonno, e a far dormendo morire il trafitto, è così addormentata si morì. Quantunque avendo ciò udito Ottaviano, si sforzasse di ritenerla in vita, fatti venire alcuni di que’ popoli che si chiamano Psilli, e fatto lor porre la bocca alle pugniture del braccio, e tirar fuori l’avvelenato sangue da’ serpenti; ma ciò fu fatica perduta, perciocchè la forza del veleno aveva già ucciso il cuor di lei. Sono nondimeno alcuni che dicono1, lei davanti a questo tempo morta, e d’altra spezie di morte; dicendo che avendo Antonio temuto, non nell’apparecchiamento della guerra contro ad Ottaviano, Cleopatra con la morte di lui si facesse benivolo Ottaviano, niuna cosa era usato di bere nè di mangiare, che primieramente non la facesse assaggiare ad altrui: di che essendosi Cleopatra avveduta, a farlo chiaro della sua fede verso di lui, avvelenò i fiori delle ghirlande le quali il dì davanti portate

  1. Che dicono, manca nel Codice.