Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo II, 1831.djvu/47

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SOPRA DANTE 43

dere arme contro a’ Troiani. Amava Achille Polissena maravigliosamente, perciocchè ne’ tempi delle tregue veduta l’avea, ed eragli oltre ad ogn’altra femmina paruta bella. Ed essendo dunque esso in convenzion con Ecuba, secondochè ella gli mandò dicendo, solo e disarmato andò una notte nel tempio d’Apollo Timbreo, il quale era quasi allato alle mura d’Ilione, credendosi quivi trovare che Ecuba e Polissena,| ma come egli fu in esso, gli uscì sopra Paris con certi compagni; ed essendo Paris mirabilmente ammaestrato nell’arte del saettare, aperto l’arco, il ferì d’una saetta nel calcagno, perciocchè sapeva lui in altra parte non potere esser ferito: perchè Achille, fatta alcuna ma piccola difesa, cadde, e fu ucciso, e poi seppellito sopra l’uno de’ promontorii di Troia, chiamato Sigeo: Vidi Paris. Paris, il quale per altro nome fu chiamato Alessandro, fu figliuolo di Priamo e di Ecuba: del quale Tullio in libro de Divinatione scrive, che essendo Ecuba pregna di quella pregnezza della quale ella partorì Paris, le parve una notte nel sonno partorire una faccellina, la quale ardeva tutta Troia. Il qual sogno essa raccontò a Priamo: del significato del qual sogno Priamo fece domandare Apollo; il quale rispose, che per opera del figliuolo, il quale nascer dovea di questa grossezza, perirebbe tutta Troia. Per la qual cosa Priamo comandò, che il figliuolo che nascesse ella il facesse gittar via. Ma essendo venuto il tempo del parto, e avendo Ecuba partorito un bel fanciullo, ebbe pietà di lui, e nol fece secondo il comandamento di Priamo gittar via, ma il fece occultamente dare a certi pastori del re che