Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo II, 1831.djvu/56

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52 COMENTO DEL BOCCACCI

bisogne sapea, promettendogli, quando volesse, di fargliele toccare e vedere. Di che Gianciotto fieramente turbato, occultamente tornò a Rimino, e da questo cotale, avendo veduto Polo entrar nella camera di madonna Francesca, fu in quel punto menato all’uscio della camera, nella quale non potendo entrare, che serrata era dentro, chiamò di fuora la donna, e diè di petto nell’uscio; perchè da madonna Francesca e da Polo conosciuto, credendo Polo, per fuggire subitamente per una cateratta, per la quale di quella camera si scendea in un’altra, o in tutto o in parte potere ricoprire il fallo suo, si gittò per quella cateratta, dicendo alla donna che gli andasse ad aprire. Ma non avvenne come avvisato avea, perciocchè gittandosi giù, s’appiccò una falda d’un coretto, il quale egli avea indosso, ad un ferro, il quale ad un legno di quella cateratta era; perchè, avendo già la donna aperto a Gianciotto, credendosi ella per lo non esservi trovato Polo scusare, ed entrato Gianciotto dentro, incontanente s’accorse Polo esser ritenuto per la falda del coretto, con uno stocco in mano correndo là per ucciderlo; e la donna accorgendosene, acciocchè quello non avvenisse, corse oltre presta, e misesi in mezzo tra Polo e Gianciotto, il quale avea già alzato il braccio con lo stocco in mano, e tutto si gravava sopra il colpo, avvenne quello che egli non arebbe voluto, cioè che prima passò lo stocco il petto della donna, che egli aggiugnesse a Polo. Per lo quale accidente turbato Gianciotto, siccome colui che più che sè medesimo amava la donna, ritratto lo stocco, da capo riferì Polo, e