Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo II, 1831.djvu/69

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SOPRA DANTE 65

ella sarebbe stata oziosa, il che la virtù non patisce. Ad averla più giù che questo luogo dimostrata, e’ ne seguivano alcuni inconvenienti: primieramente pare, che avesse potuto de’ peccatori, che alle più profonde parti dell’inferno doveano discendere, siccome incerti di sè, rimanersi nelle parti dell’inferno che state fossero superiori al luogo dove stata fosse posta la giustizia, e così non sarebbono stati secondo le colpe commesse puniti: e oltre a ciò sè vogliam dire, essa medesima giustizia, la quale gli fa pronti a trapassare la riviera d’Acheronte, similmente gli farebbe pronti a discendere infino là dove ella fosse, ne seguirebbe, che quegli che non son degni di scendere tanto giù quanto ella fosse, vi scenderebbono alla esaminazione e al giudicio; e così sentirebbono di quelle pene che essi non hanno meritate; il che è contro agli effetti della giustizia: e però ottimamente in questa parte la discrive l’autore, nella quale niuna cosa de’ superiori s’impaccia, nè hanno quegli che ne’ cerchi più alti esser debbono a discender giuso; nè può alcuno stare in forse di sè, nè ancora sedendo ella in su questa entrata può trapassare alcuno o fuggirle degli occhi, che non gli convenga venire alla sua esaminazione. È nondimeno da intendere, la giustizia di Dio essere in ogni parte, e per tutto ritribuire secondochè ciascuno ha meritato: nè bisognarle fare alcuna esaminazione o inquisizione de’ nostri meriti o delle nostre colpe, come alla giustizia de’mortali bisogna; perciocchè nel cospetto della giustizia di Dio, non solamente tutte le nostre opere son presenti e conosciute da lei, ma ella ancora

com. di dante T. II. 5