Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo II, 1831.djvu/72

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68 COMENTO DEL BOCCACCI

zione. Le quali tre cose essere pienamente state in Minos si possono conoscere ne’ processi delle sue operazioni, e ancora nella opinione avuta di lui da coloro, li quali qual fosse la sua vita conobbero. Che egli fosse prudente, si può comprendere in ciò, che egli compose le leggi a’ popoli suoi, e quegli che usavano di vivere scapestratamente, ridusse per sua industria a viver sotto il giogo della giustizia. Che egli fosse costante in non muoversi per alcuna affezione da quello che la giustizia volesse, appare nella vittoria di Teseo avuta del Minotauro, al quale, quantunque nemico fosse, pienamente servò ciò che giusto uomo dovesse servare, cioè diliberar lui e la sua città della servitudine, siccome promesso avea. Oltre a ciò apparve la sua severità in Scilla figliuola di Niso re de’ Megaresi, la quale da disonesta concupiscenza mossa, per venire nelle braccia sue, tradì il padre, e fecel signor di Megara, e a lui se ne andò; per la qual cosa quantunque ella fosse nobile femmina, e giovane e bella, e avesselo fatto signore di Megara, da niuna di queste cose mosso, lei, siccome ucciditrice del padre, fece gittare in mare, in quella forma che si gittano i patricidi. E così li suoi comandamenti, come detto è, avendo in leggi ridotti, quelli con tanta costanza e con tanta severità servò, che non solamente i suoi sudditi tenea contenti e in pace, ma egli n’empiè tutta Grecia della fama della sua giustizia; per la qual cosa, dopo la sua morte, estimarono gli uomini ne’ loro errori, lui essere appo l’anime d’inferno, essere a quel medesimo officio esercitare tra loro che in questa vita tra’ suoi esercitava eletto,