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94 | COMENTO DEL BOCCACCI |
lo; volendo questi cotali la Marchesana moglie d’Opizzo averlo cenceputo d’altrui, e dato a vedere ad Opizzo che di lui conceputo l’avesse: e perciò dice l’autore, Fu spento, cioè morto, dal figliastro: e perciocchè violento uom fu, quivi tra’ tiranni e omicide e rubatori il dimostra esser dannato. Allor mi volsi al poeta, per veder quello che gli paresse di ciò che il Centauro diceva, e se esso gli dovesse dar fede, e quei disse: Questi ti fia or primo, cioè dimostratore, ed io secondo. E vuole in questo affermar Virgilio, che al Centauro sia da dar fede a quel che dice:
Poco più oltre il Centauro s’afisse
Sovr’una gente che ’nfino alla gola
Parea che di quel bullicame uscisse.
Tenendo tutto l’altro corpo nascoso sotto il bogliente sangue; e chiamalo bullicame, da un lago il quale è vicino di Viterbo, il quale dicono continuamente bollire; e da quello bollire o bollichio essere dinominato bullicame: e perciocchè in questo bollire, quel sangue è somigliante a quell’acqua, per lo nome di quella, o pur per lo suo bollir medesimo il nomina bullicame.
Mostrocci un’ombra dall’un canto sola,
Dicendo: colei fesse in grembo a Dio
Lo cuor, che ’n su Tamigi ancor si cola.
A dichiarazion di questa parte è da sapere, che essendo tornati da Tunisi in Barberia il re Filippo di Francia, e il re Carlo di Cicilia, e Adoardo e Arrigo fratelli, e figliuoli del re Riccardo d’Inghilterra, e pervenuti a Viterbo, dove la corte di