Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo III, 1832.djvu/136

Da Wikisource.
128 COMENTO DEL BOCCACCI

Qui dimostra lo spirito chi egli è, ma nol dichiara per lo proprio nome, ma per alcuna circunlocuzione, nella quale egli intende di dimostrare la preeminenza la quale ebbe in questa vita, e oltre a ciò la cagione che da quella il togliesse, e fosse cagione della sua morte; e ancora dimostra la innocenza sua, credendo per questa circunlocuzione essere assai ben conosciuto; e però acciocchè con men fatica s’intenda questa sua circunlocuzione, è da sapere che costui fu maestro Piero dalle Vigne, della città di Capova, uomo di nazione assai umile, ma d’alto sentimento e d’ingegno: e fu ne’ suoi tempi reputato maraviglioso dettatore, e ancora stanno molte delle pistole sue, per le quali appare quanto in ciò artificioso fosse: e per questa sua scienza fu assunto in cancelliere dell’imperadore Federigo secondo; appo il quale con la sua astuzia in tanta grazia divenne, che alcun segreto dell’imperadore celato non gli era; nè quasi alcuna cosa, quantunque ponderosa e grande fosse, senza il suo consiglio si diliberava; perchè del tutto assai poteva apparire costui tanto potere dell’imperadore, che nel suo voler fosse il sì e il no di ciascuna cosa: per la qual cosa gli era da molti baroni e grandi uomini portata fiera invidia; e stando essi continuamente attenti e solleciti a poter far cosa per la quale di questo suo grande stato il gittassero, avvenne, secondochè alcuni dicono, che avendo Federigo guerra con la chiesa, essi con lettere false, e con testimoni subornati, diedero a vedere all’imperadore questo maestro Piero aver col papa certo occulto trattato contro allo stato dell’imperadore, e avergli