Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo III, 1832.djvu/165

Da Wikisource.

SOPRA DANTE 157

di queste anime è la rapina, la quale a sè medesimi fecero della presente vita uccidendosi, conoscendo esser ciò, e rammemorandosene, se ne dolgono e attristano con perpetui guai, e così questa rapina le fa dolorose, e ancora le costrigne a rammaricarsi, e a far sentire il suo rammarichio; e non solamente gli attristano di questo, ma ancora col toccar loro gli rendon brutti e fetidi; intendendo per questo l’abominevole alto della uccisione aver del tutto ogni lor fama maculata, e renduta orribile e biasimevole nel cospetto delle genti: e in quanto fanno i nidi sopra le lor dolorose piante, vuole mostrar così il lor dolore doversi continuamente aumentare, come la quantità de’ tormenti s’accresce nidificando e figliando. Della loro erronea opinione è assai detto nella esposizion testuale: e questo sia detto quanto al senso allegorico di coloro che sè medesimi uccisero. Resta a vedere della pena di coloro i quali bestialmente consumarono le lor sustanze, la qual dice, che è l’essere i miseri da nere cagne seguitati, e sbranati e lacerati; la cui significazione è assai leggiere a poter vedere, conciosiacosachè coloro i quali di ricchezza, per lor male adoperare vengono in estrema povertà, siano continuamente afflitti e stimolati, anzi nelle coscienze loro stracciati da amarissime rimorsioni del lor bestialmente aver gittato quello che dovean, quanto la lor vita durasse, sostentare e aiutare: e son questi cotali, o da tante cagne morsi, o in tante parti sbranati, quante sono le passioni le quali lor sopravvengono per la loro inopia, siccome è la fame, la sete, la indigenza del vestimento, del calzamento,