Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo III, 1832.djvu/196

Da Wikisource.
188 COMENTO DEL BOCCACCI

estimò essere convenevole cosa, quella dover fìngere in quella parte del mondo la quale a tutte le nazioni fosse comune, ed egli non è nel mondo alcuna parte che a tutte le nazioni dirsi possa comune se non l’isola di Creti, siccome io intendo di dimostrare. Piacque agli antichi, che tutto il mondo abitabile in questo nostro emisperio superiore fosse in tre parti diviso, le quali nominano Asia, Europa e Affrica, e queste terminarono in questa guisa: e primieramente Asia dissono essere terminata dalla parte superiore del mare Oceano, cominciando appunto sotto il settentrione, e procedendo verso il greco, e di quindi verso il levante, e dal levante verso lo scilocco, infino all’Oceano etiopico posto sotto il mezzodì; e poi dissero, quella essere separata dall’Europa dal fiume chiamato Tanai, il quale si muove sotto tramontana, e venendone verso il mezzodì, mette nel mar maggiore; il quale similmente queste due parti dividendo con l’onde sue, e continuandosi per lo stretto di Costantinopoli, e quindi per lo mare chiamato Propontide, e per lo stretto d’Aveo esce nel mare Egeo, il quale noi chiamiamo Arcipelago, e perviene infino all’isola di Creti, la quale è in su lo stremo del detto mare. Di verso mezzodì la dividono dall’Affrica col corso del fiume chiamato Nilo, il quale per Etiopia correndo, e venendo verso tramontana, lasciata l’isola Meroe, e venendosene in Egitto, e quello col più Occidental suo ramo inchiudendo in Asia, mette nel mare Asiatico, il quale perviene dalla parte del levante infino all’isola di Creti: poi confinano Affrica dal detto corso del Nilo per terra, e dal mare