Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo III, 1832.djvu/223

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SOPRA DANTE 215

cioè ti servi immaculato. La tua fortuna, cioè il celeste corso, tanto ben ti serba, in laudevole fama, in sufficienza, in amicizie di grandi uomini, Che l’una parte e l’altra, cioè i Fiesolani e i Fiorentini, avranno fame Di te, cioè desiderio, poichè cacciato t’avranno: ma lungi fia dal becco l’erba, cioè l’effetto dal desiderio, perciocchè essi non ti riavranno mai. Faccian le bestie fiesolane, cioè gli stolti uomini fiesolani, strame Di lor medesme, cioè rodan sè medesimi con i lor malvagi pensieri, e con le lor malvage operazioni, e non tocchin la pianta, per roderla,

S’alcuna surge ancor nel lor letame,

cioè nel luogo della loro abitazione, la quale somiglia al letame, perciocchè di sopra l’ha chiamate bestie, In cui riviva, cioè per buone operazioni risurga, la sementa santa,

Di que’ Roman che vi rimaser quando
Fu fatto il nidio di malizia tanta.

Volendo qui mostrare i Romani, i quali vennero ad abitar Firenze, essere stati quali furon quegli antichi, per le cui giuste e laudevoli opere s’ampliò e magnificò il romano imperio: ma in ciò non sono io con l’autore d’una medesima opinione, perciocchè infino a’ tempi de’ primi imperadori era Roma ripiena della feccia di tutto il mondo, ed era dagl’imperadori preposta a’ nobili uomini antichi, già divenuti cattivi: e chiama qui Fiorenza il nido di malizia tanta, e questo non indecentemente, avendo riguardo a’ vizii de’ quali ne mostra esser maculati.