Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo III, 1832.djvu/240

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232 COMENTO DEL BOCCACCI

parazione vuol dimostrare: e poi per compiere la comparazion segue,

Prima che sien tra lor battuti e punti;

parla qui l’autore methaphorice, perciocchè a questo giuoco non interviene alcuna battitura o puntura corporale, ma mentale puote intervenire, in quanto colui che ha il piggiore del giuoco, è battuto e punto da vergogna; poi segue, Così, rotando, volgevansi questi tre in modo di ruota, per non istar fermi, e comechè si volgessono, sempre tenevano il viso volto verso l’autore, e con lui parlavano, e questo è quello che vuol dire, ciascuna il visaggio

Drizzava a me; sì che ’n contrario il collo
Faceva a’ pie continuo viaggio,

in quanto il collo si torceva inverso l’autore ove i piedi talvolta si volgevano, e secondochè il moto circulare richiedeva verso il sabbione: e cosí rotandosi, cominciò l’un di loro a dire all’autore,

E se miseria d’esto luogo sollo,

cioè non tanto fermo, perciocchè di sopra la rena, la quale è di sua natura rara, è malagevole a fermare i piedi, Rende in dispetto noi, facendoci parere degni d’essere avuti poco a pregio, e per conseguente, e nostri preghi Cominciò l’uno, di loro a dire, e oltre a ciò, e ’l tristo aspetto e brollo, in quanto siamo dal continuo fuoco cotti e disformati; ma non ostante questa deformità, La fama nostra, la qual di noi nel mondo lasciammo, il tuo animo pieghi, a compiacerne di questo, cioè,

A dirne chi tu se’, che i vivi piedi
Così sicuro per lo ’nferno freghi,