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Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo III, 1832.djvu/46

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38 COMENTO DEL BOCCACCI

no dovrebbe a suo potere dare opera, cioè di non perder tempo; perciocchè secondochè a Seneca piace, di quante cose noi abbiamo nella presente vita, solo il tempo è nostro, tutte l’altre cose sono della fortuna, e perciò con gran sollecitudine dobbiamo adoperare che egli non ci passi tra le mani perduto: ed egli, rispose, vedi, ch’a ciò penso. Nelle quali parole si può comprendere la circospezione del savio uomo, il quale mai alle cose opportune non aspetta d’esser sollecitato; e fattagli la risposta, tantosto seguita quello che nel pensiero gli è venuto di fare, per non dover perder tempo, e dice,

Figliuol mio, dentro da cotesti sassi,

i quali tu puoi veder di sotto da te,

Cominciò poi a dir, son tre cerchietti,

cioè il settimo, e l’ottavo e il nono: e chiamagli cerchietti, perciocchè sono di circuito piccioli a rispetto di quegli di sopra, Di grado in grado, cioè discendendo, l’uno appresso l’altro si trovano, come, trovati hai, quei che lassi, di sopra da noi. Tutti, questi tre cerchietti, son pien di spirti maladetti, cioè dannati:

Ma perchè poi ti basti pur la vista,

cioè il vedergli, quando ad essi perverremo,

Intendi come e perche son costretti,

gli spirti maladetti che dentro vi sono.

D’ogni malizia ch’odio in cielo acquista,

malizia è di due maniere, o è malizia mentale, o è malizia corporale: malizia corporale è quella la quale noi generalmente chiamiamo infermità o difetto di corpo; e questa può essere ancora nelle cose in-