Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo III, 1832.djvu/55

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SOPRA DANTE 47

il secondo de’ tre predetti, sien puniti que’ fraudolenti i quali ingannano chi di lor non si fida, e nell’inferiore, il quale è il più profondo dell’inferno, sien puniti i fraudolenti i quali ingannano chi di loro si fida; e però dice, Può l’uomo usare, fraude, in colui, cioè contra colui, che si fida, questa è l’una spezie e la peggiore, E, puolla ancora usare, in quello che fidanza non imborsa, cioè contra colui il quale non ha fidanza nel fraudolente. Questo modo di dietro, cioè d’ingannare chi non si fida, par che uccida, cioè offenda,

Pur lo vinco d’amor, che fa natura,

cioè quel legame col quale la natura tutti ci lega e costrigne a dovere amare, in quanto tutti siamo animali d’una medesima spezie, e discesi da un medesimo principio, Onde, cioè per la qual cagione, nel cerchio secondo, de’ tre di sopra dimostrati, che dice che son sotto quei sassi, s’annida, cioè l’è dato per istanza, siccome all’uccello il nido,

Ipocrisia, lusinghe, e chi affattura,
Falsità, ladroneccio e simonia,
Ruffian, baratti e simile lordura,

delle quali tutte partitamente si dirà, dove appresso de’ tormenti ad esse attribuiti si tratta. Per l’altro modo, cioè per l’usar frode in colui che d’altrui si fida, quell’amor s’oblia, cioè si mette in non calere, Che fa natura, del quale poco dinanzi è detto, e, obliasene, quel, amore, ch’è poi aggiunto, al naturale, o per amistà, o per beneficii ricevuti, o per parentado, Di che, cioè delle quali cose, la fede spezial si cria, cioè la singulare e intera con-