Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo III, 1832.djvu/60

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52 COMENTO DEL BOCCACCI

Se tu riguardi ben questa sentenza,

cioè che la incontenenza offenda meno Iddio che l’altre due,

E rechiti alla mente chi son quelli

Che su di fuor, della città di Dite, sostengon penitenza, per le colpe commesse,

Tu vedrai ben perchè da questi felli,

cioè malvagi, Sien dipartiti, perciocchè tu conoscerai questi cotali de’ quali io ti dico, che di fuor di Dite son puniti, tutti esser peccatori, i quali hanno peccato per incontinenza, e perchè men crucciata,

La divina giustizia li martelli,

cioè tormenti; e dice men crucciata, imitando nel parlare il costume umano, il quale quanto più di cruccio porta verso alcuno, tanto più crudelmente il batte. O sol che sani. Qui comincia la quinta parte dì questo canto, nella quale l’autor muove un dubbio a Virgilio, e prima catta la benilvolenza sua con una piacevole laude, la quale gli dà dicendo,

O sol che sani ogni luce turbata,

sono le nostre luci alcuna volta turbate dalle tenebre notturne, perciocchè stanti quelle alcuna cosa veder non possiamo: sono oltre a questo turbate da’ vapor grossi surgenti dalla terra, i quali impediscono il riguardo di quello, e non lasciano andar molto lontano: sono ancora impedite e turbate dalle nebbie, e da simili cose, le quali tutte il sole rimuove e purga, perciò col suo salire nel nostro emisperio esso caccia le tenebre notturne; e così pare per la sua luce essere agli occhi nostri restituito il beneficio del ve-