Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo III, 1832.djvu/80

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72 COMENTO DEL BOCCACCI

to, che questo tremuoto universale fu, questa vecchia roccia, Qui, dove noi siamo, ed altrove, come appresso si dirà nel ventunesimo canto del presente libro, tal fece riverso, qual tu puoi vedere. Ma ficca gli occhi. Qui finita la seconda parte comincia la terza del presente canto, nella quale l’autor descrive, come Virgilio gli mostrasse un fiume di sangue, e che gente d’intorno v’andasse: e dice, che poi Virgilio gli ebbe mostrata la cagione della ruina di quella roccia, alla quale esso pensava, gli dice,

Ma ficca gli occhi avale, che s’approccia

La riviera, cioè il fiume o ’l fosso, del sangue, in la qual bolle, e questo perciocchè quel sangue era boglientissimo,

Qual che per violenza in altrui noccia,

rubando o uccidendo; e così appare questa essere la prima spezie de’ violenti, de’ quali di sopra è detto. La qual riviera del sangue come l’autor vide, così contra i vizii, da’ quali si può comprendere questa spezie di violenza esser causata, leva la voce, ed esclamando dice, O cieca cupidigia, cioè desiderio d’avere; e cosi apparirà radice di questa colpa, cioè del rubare, essere avarizia; il che assai di sopra, dove dell’avarizia si trattò, fu mostrato, il disordinato appetito d’avere inducere gli uomini alle violenze e alle ruberie: poi segue a dimostrarne l’altra radice dell’altra parte della violenza, la qual si fa nel sangue del prossimo dicendo, o ira folle, cioè pazza e bestiale, la quale è cagione dell’uccisioni che fanno i rubatori; perciocchè i rubatori, o da difesa fatta da colui che rubar vo-