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102 | LA TESEIDE |
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E da’ sospiri già al lagrimare
Era a venuti; e se non fosse stato
Che ’l loro amor non volien palesare,
Sovente avrien per angoscia gridato.
E così sa Amore adoperare
A cui più per servigio è obbligato:
Colui lo sa che talvolta fu preso
Da lui, e da cotal dolore offeso.
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Era a costor della memoria uscita
L’antica Tebe e ’l loro alto legnaggio,
E similmente se n’era partita
L’infelicità loro e ’l lor dannaggio
Che aveano ricevuto, e la lor vita
Ch’era cattiva, e ’l lor grande retaggio:
E dove queste cose esser solieno
Emilia solamente vi tenieno.
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Nè era lor troppo sommo disire
Che Teseo gli traesse di prigione,
Pensando che a lor converrebbe ire
In esilio in qualch’altra regione;
Nè più potrebbon vedere nè udire
Il fior di tutte le donne amazzone:
Ver’è ch’uscir di lì per sommo bene
Desideravano, e starsi in Atene.