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LIBRO QUARTO | 141 |
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Egli era bello, e d’alberi novelli
Tutto fronzuto e di nuova verdura,
Ed era lieto di canti d’uccelli,
Di chiare fonti fresche a dismisura,
Che sopra l’erbe facevan ruscelli
Freddi e nemici d’ogni gran calura:
Conigli, cervi, lepri e cavriuoli
Vi si prendean co’ cani e co’ lacciuoli.
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Com’io dico, in quello assai sovente,
Quando con arme e quando senza, gire
Penteo usava, e ’n su l’erba recente
Sotto un bel pino si ponea a dormire;
A ciò invitato dall’acqua corrente
Che mormorava: ma del suo disire
Focoso, prima che s’addormentasse,
Con Amor convenia si lamentasse;
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E così cominciava egli a parlare:
I' non pensava, Amor, che tu potessi
Tanto in un cuor d’un uomo adoperare,
Ch’al piacer d’una donna sì ’l traessi
Ch’ogni altra cosa il facessi obliare,
E ’n potenza di lei tutto ’l ponessi;
Come hai tu posto tutto quanto il mio,
Che altro che servirla non disio.