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LIBRO QUINTO | 161 |
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Guida li passi miei, come facesti
Più volte in mar di Leandro i lacerti;
E sì col padre tuo fa’ che mi presti
Quella virtù che fa gli uomini esperti;
E come tu del lume tuo mi vesti,
Così da’ colpi i membri fa’ coperti
Che mi darà l’avversaro potente,
Sicchè di lui ne rimanga vincente.
33
Mentre ched e’ così dicendo andava,
Giunse nel bosco per gli alberi ombroso,
E con intero sguardo in quel cercava,
Acciocchè Arcita trovasse amoroso:
E mentre in dubbio fortuna il portava,
S’avvenne sopra ’l prato, ove riposo
Prendeva Arcita, ch’ancora dormiva,
E Palemoa vegnente non sentiva.
34
E poichè fu di sopra alla rivera
Sotto al bel pino in su le fresche erbette,
Che aveva lì prodotte primavera,
Vide dormire Arcita; onde ristette,
Ed appressato quasi dov’egli era,
Il rimirava, ed a ciò molto stette,
E sì nel viso gli parve mutato,
Che non l’avrebbe mai raffigurato.
bocc. la teseide | 11 |