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LIBRO SESTO | 203 |
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Il qual v’entrò con molto grande onore,
E più vidde ciascun, che non credea
Vedere, di lui d’altezza e di valore:
E fuvvi assai che poi non disson rea,
Nè biasimaron il focoso amore
Di Scilla, allor che ognaltro la dicea
Degna di morte, per lo padre ucciso,
Sen rimembrando qual l’aveano viso.
51
Vennevi ancora Encelado bistone
A dimostrar della sua gran prodezza
Con nobil compagnia d’ogni ragione,
Audaci erano e pien d’ogni fierezza
D’intorno a lui, che sopra un gran roncione
Chiara mostrava la sua adornezza:
E fu da tutti in Atene veduto
Con lieto viso assai ben ricevuto.
52
E benchè molti de’ liti d’Alfeo
Venisser quivi a volere onorarsi,
Non volle rimanere Ida Piseo:
Ma per alquanto quivi dimostrarsi,
Pensando al suo valore il quale il feo
Nelli giuochi olimpiaci pregiarsi,
Che coronato fu, e’ in compagnia
Gente menò di somma valenzía.